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Visualizzazione dei post da dicembre, 2015

TRIGLIE ALLA LIVORNESE

Piatto povero e tuttavia straordinario, caratteristico della nostra città. Ingredienti per 4 persone: mezzo chilo di triglie (calcolarne una a testa... forse meglio due, siamo di bocca buona!) 4 rametti di rosmarino, 1 spicchio d'aglio, olio extravergine d'oliva, 300 grammi di pomodoro sale. 4 fette di pane toscano abbrustolite e agliate

LE PIAZZE DI LIVORNO ALLA FINE DELL'OTTOCENTO

"Quando Livorno - chiamata da Montesquieu il vero capolavoro della dinastia medicea, era una piccola città aperta al commercio, sotto le logge di piazza Grande, ora Vittorio Emanuele, si riunivano genti nostrane e straniere che avevano necessità di incontrarsi per discutere di affari, vendere o comprare. C'erano sotto le arcate, turbe di forzati che spacciavano i loro lavori a mano, o schiavi turchi, o mercanti e mezzani e capitani di mare; tutte persone dedite ai traffici, che fiorivano.

I TEATRI DI LIVORNO ALLA FINE DELL'OTTOCENTO

ANTICO TEATRO DELLE COMMEDIE DETTO ANCHE DI S. SEBASTIANO.  E' stato il primo teatro ad essere costruito nella nostra città, si trovava nei pressi della chiesa di Sant'Andrea (allora denominata di San Sebastiano). "In Via Remota, fu Via del Teatro, dove ora è la casa segnata col n. 2 e l' altra, senza numero, di faccia a quelle che hanno il 3 ed il 4, venne aperto il primo nostro teatro, sotto l' arsenale dei Remolari (in cui si facevano i remi per le galere) circa il 1640, e prese per istemma quello adottato poi dal teatro degli Avvalorati di cui s' è parlato.

ORIGINI DI LIVORNO

In una rivista degli anni venti, scovata in un piccolo mercatino dell'antiquariato, ho trovato una poetica descrizione della nostra città; corredata da bellissime immagini. Voglio condividerla con voi. Mi sono commossa leggendola. Quasi cento anni fa, le parole che venivano usate nella scrittura avevano lo scopo di suscitare emozioni. Uno stile lontano da quello contemporaneo, dove ogni parola ha un ben preciso fine, spesso collegato a fattori economici. L'opuscolo inizia con queste  parole, che descrivono la città e le sue origini.

Articolo 21 della Costituzione italiana

Articolo 21 “Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione”. Orgoglio e vanto della nostra Costituzione, scritto con il sangue di molti che hanno dato la loro vita, per permettere a noi e ai nostri figli di vivere in un paese libero. Poi capita che leggendo i quotidiani, sbirciando fra i social network, ascoltando amici, ci si rende conto che questo articolo non sia poi apprezzato come meriterebbe e che molti sono anche pronti a vivere come se non esistesse, o a rinunciarvi senza battere ciglio. Quando è nato il Movimento 5 Stelle, è stato accolto da molti, me compresa, con grande entusiasmo. Una realtà politica che ridava la voce ai cittadini e che si batteva al lor fianco contro ogni privilegio, contro gli sprechi e la cattiva amministrazione. La teoria è molto bella, no? Vivendo a Livorno, ho cominciato a veder cacciare gente soltanto perchè esprimeva una propria opinione. Opinione spesso c

SPAGHETTI ALLE ARSELLE

Gustoso piatto, ideale per la vigilia di Natale. Gli ingredienti per quattro persone: 400 grammi di spaghetti 800 grammi di arselle (se vi allontanate da Livorno, cessa la licenza poetica e potete chiamarle telline o zighe) 1 spicchio d'aglio peperoncino mezzo porro una manciata di prezzemolo olio d'oliva extravergine

Livorno e il mare

Il porto Un antico testo, che parla della città di Livorno inizia così: "Livorno, bellissima e gentile regina del Tirreno,dalla spiaggia sempre fiorita e verdeggiante, simpatica per la proverbiale schiettezza de' suoi baldi ed energici figli". Chi vive in questa città ha un rapporto simbiotico con il mare, non riesce a starne lontano. L'affermazione "non ho nulla da fare", non esiste in questa città. C'è sempre il mare, amico e fratello a cui andare a far visita.

LE COZZE AL TRAMONTO

Quando si dice: la poesia a tavola! Piatto tipico della cucina livornese, che riproduce nel piatto i colori del tramonto. A Livorno si sono affermate due scuole, quella delle cozze al tramonto con il soffritto di cipolla e quella dello spicchio d'aglio. Quale sarà la migliore? A me piacciono tutte e due le varianti. Ma veniamo alla ricetta.

Dare la colpa al filobus!

Modo di dire tipico livornese, nato da una discussione tra il vescovo e il sindaco di Livorno. Motivo del contendere era la presenza di alcune crepe nella chiesa di Santa Maria del Soccorso. Il vescovo ne attribuiva la causa alla linea del filobus, che passava accanto al luogo sacro, il sindaco sosteneva che fossero dovute alla mancanza di manutenzione. Di qui la famosa affermazione “te dai la colpa al filobusse!”. Viene utilizzata, comunemente, quando qualcuno non vuole assumersi le proprie responsabilità ma le attribuisce agli altri. Questo aneddoto mi è rivenuto in mente, riflettendo sulle tristi vicenda di Aamps, venute alla ribalta in questi giorni. Che sia solo colpa del PD? Forse sarebbe meglio dire che è soprattutto colpa del PD e di come ha, disinvoltamente, gestito un po’ tutte le Aziende Partecipate livornesi. Poltronifici di comodo, con manager al timone talvolta "azzardati” e piante organiche spartite a pioggia. Inevitabilmente poi il conto da pagare arr

Nelle intenzioni ...

Jean Paul Sartre Sono in molti a chiedermi il significato dell'espressione "La Sinistra dei Mancini". In effetti non è poi così ovvio o scontato. Nasce da una mia amara contestazione del fatto che negli ultimi decenni la sinistra italiana è andata, a poco a poco, scomparendo. Le mutazioni che ha subito il partito politico che la rappresenta, lo hanno portato, letteralmente, ad atrofizzarsi, adagiandosi su posizioni qualunquiste. Basta vedere cosa sta combinando oggi il governo italiano. Quindi, l'unica realtà veramente di sinistra che c'è rimasta in Italia siamo noi mancini! Gestisco una pagina Facebook ed un blog, che parlano di Livorno, una città di mare, incantevole e schietta, vista da un’angolazione particolare. Cercherò di farla conoscere nella sua bellezza, a volte crudele, attraverso immagini, riflessioni e suggestioni. Indicando quanto di interessante e curioso c’è da vedere. Ovviamente, non mancherà un pizzico di politica ad i

Nessuna azione è moralmente neutra.

Luigino d’Angelo, 68 anni, viveva a Civitavecchia. Ora non più. Una banca, legittimata da una legge dello Stato italiano, gli ha portato via ogni cosa. I sacrifici di una vita, la speranza, i sogni e la dignità. Troppo per poter andare avanti come nulla fosse. Le associazioni dei consumatori si indignano, l’UE ritiene il Governo responsabile perché le banche salvate vendevano “prodotti inadatti”. Mentre ci distraevano con le minacce terroristiche, il governo Renzi faceva passare, indisturbato questa ennesima regalia alle banche. Che il premier italiano abbia un cuore e si ravveda? Si lasci guidare da Sartre: (…) l’uomo è responsabile di quello che è. Così il primo passo dell’esistenzialismo è di mettere ogni uomo in possesso di quello che egli è e di far cadere su di lui la responsabilità totale della sua esistenza. E quando diciamo che l’uomo è responsabile di se stesso, non intendiamo che l’uomo sia responsabile della sua stretta individualità, ma che egli è responsabile di

Quale Sinistra?

Percorrendo, quotidianamente, il tratto di strada che mi riporta a casa, mi soffermo davanti al quel che rimane del Teatro San Marco. E' come se Gramsci, dal 21 gennaio del 1921, fosse rimasto qui ad osservare la sua creatura. I pochi fiori secchi, la bandiera rossa consumata dal libeccio ed una corona d'alloro sbrindellata, rendono l'idea di come il grande evento, realizzatosi all'interno di quelle mura, abbia conservato soltanto la parvenza di un'immagine sbiadita. Subito dopo, comincio a sentire la polvere che si attacca alle scarpe e rende il passo sempre più pesante. Davanti agli occhi della mente, come i titoli di coda di un film, scorrono le parole di Gramsci: " L'indifferenza é il peso morto della storia. È la palla di piombo per il novatore, è la materia inerte in cui affogano spesso gli entusiasmi più splendenti, è la palude che recinge la vecchia città e la difende meglio delle mura più salde, meglio dei petti dei suoi guerrieri, perché i